sabato 30 luglio 2011

Starbucks

So che tutti sapete cos'è Starbucks.
E per chi non lo sa...è una catena di bar (bar?) dove vendono caffè, cappuccino, the, frappè, panini, succhi di frutta, pasticceria (la loro pasticceria, non la nostra pasticceria, non immaginatevi bignè e cannoli) e dove c'è internet gratis. Tu entri, prendi il tuo caffè, ti siedi sulle poltroncine o sui tavoli, ti colleghi gratis ad internet e puoi stare lì anche tutto il giorno. In genere sono localizzati lungo la strada, con belle vetrine grandi da cui puoi guardare il passeggio e fare people-watching, i bagni sono sempre puliti, a volte ci sono pure i giornali, hanno della buona musica di sottofondo, sempre diversa (di cui vendono anche il CD volendo).
Insomma, per me è un paradiso. E' vero che ho una specie di internet sul telefonino, che però va quando vuole, non va con skype, non va con i video e in genere si pianta quando sto per salvare qualcosa. Quindi Starbucks è il mio piccolo paradiso, da dove anche oggi vi sto scrivendo.
Come farò senza Starbucks in italia? Ecco, questa è una delle cose che mi mancheranno un sacco quando tornerò in Italia.
E non mi dite che anche noi abbiamo i bar, perchè lo Starbucks è tuuuuuutta un'altra cosa.
E per rinfrescarmi, oggi, un bel Frappuccino.

mercoledì 27 luglio 2011

Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci

Purtroppo in questi giorni sono bloccata in laboratorio a fare esperimenti per cui non ho tempo per dedicarmi alla scoperta della città e delle cultura americana. Però alla sera mi leggo i giornali e oggi ho letto della polemica che è sorta dopo che a Roma hanno distributo un depliant con alcuni messaggi per la sicurezza delle donne. Per cui: ho letto il volantino, ho letto sul sito noidonne.org i vari commenti e ho letto le presentazioni del depliant su alcuni giornali italiani.

Che dire? Onestamente sono d'accordo. Sono proprio d'accordo con quello che scrivono. Sul volantino, intendo. Posso capire che alcune donne, particolarmente emancipate, si sentano offese perchè sembra di tornare al medioevo, in cui le donne non potevano andare in giro da sole, però è questa la realtà dei fatti. E se vi soffermate a leggere alcuni consigli che sono riportati, a me sembrano consigli di buon senso.

Ad esempio:
- Cerca di tenere sempre molto alto il tuo livello di attenzione riguardo tutto ciò che ti è intorno, in particolare se rientri a casa da sola o abiti in luoghi isolati.
- Evita strade buie o deserte anche se ti trovi nel centro della città e non pensare mai “ tanto a me non succede “.
- Non fare operazioni di prelievo dallo sportello bancomat in zone isolate o buie quando sei da sola.
- Tieni sempre la porta chiusa a chiave e stai sempre attenta a balconi
o finestre lasciati aperti se vivi a piano terra o primo piano.
- Se percepisci una situazione di pericolo, attiva tutte le possibili armi in tuo possesso: ad esempio tieni il telefonino in tasca o in mano.

Mi sembrano consigli del tutto sensati, ripeto, ma non pensate che siano così scontati.
Sarà che qui sono da sola, in una città che non è certo tra le più sicure degli Stati Uniti, (la settimana scorsa una ragazza è stata attaccata nel cortile dietro una chiesa a due blocchi da dove abito io) ma una donna è e sempre sarà in minoranza e in posizione di debolezza. C'è poco da fare. Cioè, ci sarebbero molte cose che si potrebbero fare, sono d'accordo.
Ma purtroppo la realtà è questa, per cui ben venga il volantino.
Leggetelo bene, mi raccomando. Anzi, stampatelo e divulgatelo.

martedì 26 luglio 2011

Forse è perchè...

Forse è perchè io sto dall'altra parte, in questo momento, dall'altra parte intendo che faccio la parte dell'immigrata e non dell'ospite. Forse è perchè credo che il mondo sia di tutti e perchè credo che ognuno di noi abbia diritto ad essere felice e a vivere decorosamente la propria vita. Forse è perchè sono un'idealista e perchè non riesco a vedere i limiti, fisici-politici-geografici di questi miei pensieri...ma quando ho letto le dichiarazioni di Borghezio sulla strage in Norvegia...beh mi sono chiesta (assolutamente rispettando ma non condividendo le sue opinioni) se veramente voglio vivere in un paese governato da persone come lui. E poi mi sono chiesta se e quanti italiani la pensano come lui. E l'allarmante risposta che mi sono data è che probabilmente ce ne sono molti.
Accidenti. 

lunedì 25 luglio 2011

A proposito di borse...

Titoli di oggi "Giù le borse, su l'oro"
Dove? Dove? Dove?
Mi vedo già: una pioggia di borse (e borsette) da un palazzo alto alto.
Che sogno.

domenica 24 luglio 2011

Perchè gli americani fanno girare l'economia

Una volta ho letto in un articolo che questa possibilità che hanno i consumatori qui, cioè quella di poter riportare indietro le cose acquistate riavendo indietro i soldi spesi, favorisce il consumismo e l'acquisto "incontrollato". Diciamo che è vero, sì, perchè l'ho fatto anche io. Ho preso una maglietta, di cui non ero tanto convinta, perchè era l'ultima. E ho pensato "Tutt'al più la riporto indietro dopo che ci ho pensato." Però secondo me non è un principio del tutto sbagliato. Il giochino del venditore che ti dice che la maglia/scarpe/giaccone/libreria che stai guardando è l'ultima e che non può proprio tenertela in parte e chissà, magari appena esci viene uno e la compera, è un'arma a doppio taglio. Perchè agli "indecisi" fa comperare cose di cui si pentono (spesso) e ai decisi (nessuno mi minaccia di non trovare più la roba) fa perdere buone occasioni (a volte). Per lo meno qui uno intanto la roba se la porta a casa, la guarda con calma, con il suo specchio (gli specchi dei negozi sono tutti truccati), vede se sta bene con quel vestito (nel caso delle scarpe) o se si intona con il resto della stanza (nel caso di un mobile). Se non va bene, si riporta e ti ridanno i soldi. Non come in Italia che devi per forza prendere qualcos'altro o se proprio proprio il negozio è gentile ti danno un buono da spendere (in quel negozio ovviamente). Sicuramente qui molti americani, per pigrizia o per lontananza, poi non vanno a riportare le cose che hanno preso e sulle quali hanno cambiato idea (riempiendo così le case di cianfrusaglie mai usate).
Però c'è un però. Qui sanno come far girare l'economia. Fanno il cosiddetto "garage sale" oppure vendono le cose su internet. Ah che meraviglia.
Devi svuotare la cantina o ti trasferisci e non puoi portarti via tutta la roba che hai? Fai un garage sale. Metti un bell'annuncio alla fermata del bus, in parrocchia e sul pilone della luce, esponi bene tutta la tua mercanzia sul prato o sul vialetto e la gente vienem guarda, contratta, compera.
Ganzo eh?
E Internet? Altra meraviglia. Tu fai la foto al tuo divano, metti il prezzo, e poi la gente lo compera. E la gente lo fa per davvero. Non come da noi che son tutti schifati dal comperare e possedere cose usate (neanche navigassimo tutti nell'oro, in Italia). Per non parlare dei mercatini dell'usato che da noi sembrano solo negozi per gli immigrati appena trasferiti da Lampedusa (nel senso di gente che non ha soldi neanche per mangiare e gli tocca andare lì a comperarsi le scarpe nuove).
Una volta i bambini si mettevano i vestiti dei fratelli più grandi e tra sorelle e amiche ci si scambiavano i vestiti. Qui fanno le vendite tra amiche. Si trovano il pomeriggio, mettono le cose che non vogliono più sul "banco", se le scambiano o se le comperano a vicenda.
E nessuno si vergogna di questo. Ecco perchè loro sanno come far girare l'economia.

venerdì 22 luglio 2011

Questo post è per me

Questo post è per me, perchè lo voglio scrivere e voglio che rimanga per sempre scritto.
Perchè quando mi starò lagnando perchè non trovo un lavoro o perchè non ho una cucina più grande o perchè non riesco a mandare giù quei 5 chili che non mi fan stare nei pantaloni, potrò venire a rileggermelo e dirmi che sono una cretina e di chiudere la bocca.
Ho saputo oggi che la bambina di una mia collega è morta. Una piccolina di pochi etti che lottava per stare al mondo. Che lottava tantissimo come fanno tutti i prematuri. Spero che il Signore abbia guardato al suo bene e che spero che mandi ai suoi genitori tutta la forza che serve in questi momenti.
Ecco. So che è un post triste e magari questo blog pieno di stupidaggini non gli rende giustizia.
Però di fronte a queste cose tutto il resto sembra solo una carta di caramella da buttar via.
Per chi prega, aggiungete una preghiera per loro. Per chi non prega, mandatelo loro la vostra forza.

giovedì 21 luglio 2011

100F e 80% umidita'

Sono le previsioni per oggi.
A dire il vero non sono piu' previsioni ma conferme, visto che sono le 5 passate. Stamattina sono andata come di consueto a prendere il bus. Durante l'inverno e la primavera camminavo per andare a lavorare ma con questo caldo rischio un colpo di caldo. Ho aspettato il bus per 35 minuti, perche' qui l'orario del bus varia con chi lo guida. Sorpresa, puo' arrivare in orario o in anticipo o in ritardo. Simpatici eh? Ma nessuno dice niente. O per lo meno stamattina nessuno era stupito del fatto che il 42, che dovrebbe passare ogni 10 minuti, non sia passato per 40 minuti e poi ne siano arrivati 4 uno in fila all'altro. Nessuno ha chiesto "Scusi, ma come mai?" perche' tanto mica ti rispondono. E guai a lamentarsi, perche' l'autista puo' anche farti scendere. Non riesco a capire perche' il trasporto pubblico sia sempre cosi' difficile, ovunque (tranne forse la metro di NYC che e' precisa al secondo). Immagino che non sia un lavoro gratificante e interessante, anzi forse piuttosto noioso, ma in fin dei conti e' un lavoro dignitoso e serio. Ma questo e' solo il mio parere.
 
(volete sapere se farei l'autista di bus? No, primo perche' soffro di "mal di corriera" e secondo perche' mi annoierei a morte)(e forse lascerei a terra meta' dei passeggeri perche' non sono tanto tollerante)

mercoledì 20 luglio 2011

Qui non scherzano...

 multe ai pedoni
Ed è vero!!! Non che abbia visto la polizia multare i pedoni, ma la notizia era riportata anche sul giornale. Qui multano tutti: automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni. Non importa che il mezzo più piccolo ha sempre ragione. Se il pedone attraversa con il rosso o il ciclista è al telefono e guida con una mano sola: MULTA. In statale: vi ricordate i film in cui si vedono le due pattuglie disposte in senso opposto? Son lì pronte a scattare in caso di infrazione. Qui non scherzano.

martedì 19 luglio 2011

sempre a proposito di scarpe...

E questa è una dottoressa che lavora al CHOP...(che non conosco).

domenica 17 luglio 2011

Scarpe

Entro in un negozio a provare un paio di scarpe. Vedo che TUTTE le scarpe sono al 50% (solo per oggi, solo perchè sei tu, solo perchè è il 17 luglio). Provo le scarpe in questione. Mi stringono un po' (quelle in esposizione). Chiamo la commessa e chiedo il mio numero.
"Vuoi provare qualcos'altro?".
"Beh, non so, vediamo...beh se ci sono quelle altre lì le provo (stesso colore ma modello un po' diverso)".
Torna con OTTANTA scatole. "No, visto che c'ero ho preso anche queste altre da farti provare. Visto che sono in sconto...".
Provo un po' di scarpe ma in fondo mi interessavano solo quelle per cui ero entrata. Mi vanno bene, costano poco, la commessa me le porta in cassa.
Alla cassa: "Che cosa hai preso?".
"Quelle scarpe lì".
"Sono quelle?"con una faccia come se avessi addosso una pelliccia di volpe siberiana in estinzione.
"Le altre che hai provato non le prendi?"
"No, non sono sicura, alcune mi erano un po' strette, e poi mi basta quel paio"
"Ah...perchè qui la gente non compera MAI (sottolineando il mai) UN (sottolineando UN) solo paio di scarpe. Di solito ne prendono TRE o QUATTRO alla volta. Tanto poi si possono portare indietro."

venerdì 15 luglio 2011

Do Do Do domani resto a casa

Perchè domani è sabato...era una canzone che mi cantava sempre mia mamma, un po' stonata, ma mi piaceva tanto. Ho tanti bei ricordi di quando ero piccola. E anche se son sempre lì a lamentarmi (un po' meno però, adesso), penso che fino ad adesso sono stata proprio fortunata. Mi ricordo della nostra casa prima che facessero la stanza nuova dove mangiamo adesso, c'era il portico lì e a fine estate ci si sedeva fuori a pulire i funghi che portava a casa mio zio Giancarlo dalla montagna. Mi ricordo della carne lessa, che mi faceva proprio schifo e che mia mamma mi serviva con il ketchup. E della torta al limone con la meringa sopra della zia Lory. Mi ricordo delle girelle e delle ciabelle MisterDay che portavo a scuola. Mi ricordo mio papà che ci portava a casa delle cose strepitose dai suoi viaggi e che mi sembravano sempre "cose dell'altro mondo". Mi ricordo di quando è nato Andrea, che mi è caduto dalla carrozzina (ma era colpa del cane, insisto, non è stata colpa mia)(per lo meno non tutta). Mi ricordo delle viti che c'erano tra casa nostra e casa di mia nonna, con l'ultimo filare con l'uva fragola che si andava a piluccare. Mi ricordo dei piselli nell'orto davanti, che raccoglievo con la nonna Teresa e che mangiavo crudi. Mi ricordo delle levatacce per partire presto la mattina per andare in vacanza, in Sardegna e in Puglia. Mi ricordo anche di quando ho fatto quella foto con il mio papà sulla terrazza della casa al mare della Zia Maria (Custodia). E mi ricordo di quando si andava ad Asiago a sciare e a pattinare sul ghiaccio e delle pizze tutti insieme con la famiglia Rigoni. Mi ricordo di quando mi hanno comperato la cartella nuova con il pupazzo di Canale5, che allora non si chiamava Canale5. Mi ricordo che si andava all'outlet a Rossano Veneto perchè c'erano i vestiti belli che costavano di meno (e non si chiamava outlet, si chiamava spaccio). Mi ricordo delle moto degli zii. Che invidia. Mi ricordo che in fondo alla strada c'era il signore che vendeva il latte, e poter andare a prendere il latte da sola è stata una conquista. Mi ricordo di quando si faceva battimarzo con i barattoli attaccati alla bicicletta, e delle lucciole che andavo a vedere con la mia mamma vicino alla fabbrica di fronte. Mi ricordo di quando andavo a prendere il pan cassetta da mia nonna Antonietta, dal panettiere in fondo a via Roi, e che mi piaceva così tanto quel pan cassetta. Proprio tanto. Mi ricordo della bici con i freni a pedale, con cui correvo per tutto il suo giardino e della canna da pesca che mi aveva fatto il nonno, per pescare dal muretto del giardino. Mi ricordo che mia zia Alessandra mi sembrava così grande, così indipendente, così fortunata ad avere una camera tutta per lei. E anche un'altra casa da un'altra parte, per me così lontana ed esotica. Mi ricordo del pastore tedesco che faceva la guardia alla fabbrica del nonno Ottorino, e che mi chiedevo sempre cosa facesse di notte lì, tutto solo. E anche della coca-cola che mio nonno mi prendeva nel distributore in fabbrica e che per me era una tecnologia avanzatissima e un privilegio per gli operai che lavoravano lì. Mi ricordo che mia zia Patrizia, quando abitava a Sandrigo, aveva in cucina un barattolo di vetro con dentro delle caramelle, e anche quello mi sembrava un privilegio incredibile. E poi i pop-corn che preparava la zia Rosy, ma senza sale nè zucchero. Mi ricordo che quando c'era un problema "tecnico" si poteva sempre chiamare lo zio Francesco, che sicuramente sapeva sistemarlo. Mi ricordo i Goonies, Robin Hood, mio nonno che guardava Dallas e i film della Disney che potevo guardare la domenica pomeriggio. Il gioco di Cenerentola e il Giro del Mondo in Vespa (ma di questo non ho ancora capito le regole) e il Mercante in Fiera. Mi ricordo il gelato fatto con le polverine (oche, oche, oche) e l'anguria che si mangiava alla sera d'estate, tutti insieme. E tanti, tanti, tanti altri ricordi, che mi ci vorrebbero dieci post per dirli tutti.

Mi piacerebbe che i miei figli potessero avere così tanti ricordi. E così belli. Lo spero. Perchè penso che anche se il mondo è brutto, c'è un sacco di gente cattiva, e i nostri governanti tolgono sempre di più a chi ha di meno e di meno a chi ha di più, poter avere questi ricordi rende la vita degna di essere vissuta.

Hello?

Capisco che la maggior parte della gente scrive il blog per se stessa e non per gli altri...
Capisco che i miei blog non sono sempre interessanti....
Capisco che tutti abbiamo le nostre cose da fare e non posso certo pretendere di essere il centro del mondo di tutti...
...ma qualche commento potreste lasciarlo, voi che leggete, non so, giusto per farmi sapere che c'è qualcuno che mi legge...così mi pare di avere una conversazione a due sensi...almeno....no?
;-)

giovedì 14 luglio 2011

Animali

Data la vicinanza geografica e i sentimenti esotici che emana, il Brasile qui è abbastanza gettonato e quello che succede in Brasile è sempre visto con "Oooh" "Aaaah". Ieri su un giornale di gossip e news c'era la notizia di questo leone paralizzato alle gambe che sta facendo commuovere non solo i brasiliani ma anche gli americani. Poi stamattina ho visto che la notizia è anche sulla Repubblica. Beh, amo molto gli animali, soprattutto i miei cagnetti, però in questo caso...non so. Non so cosa pensare. Un leone paralizzata che vive in casa con un umano. Secondo me se la mangerebbe questa umana. Oppure no, è contento di essere accudito. Chi lo sa. A guardare le foto non mi sembra un leone contento, proprio per niente. Ma neanche sereno o rilassato. Poverino, mi ha fatto veramente pena. E' vero che non sappiamo se gli animali pensano come noi umani, però se un umano può scegliere di vivere anche se paralizzato perchè la mente ancora gli funziona...un animale che fa tutto il giorno? E tra l'altro, senza volere essere per forza polemica, costa 11.000 dollari al giorno, accudirlo. Mah.

Veniamo invece all'altra notizia che c'è oggi sulla Repubblica. A lezione di "Doga", lo yoga per cani e padroni. Le foto illustrano gentili signore con i loro toy-dog (cani giocattolo, eh per forza) che fanno posizioni che fanno bene al cane e al padrone. Forse saranno le dimensioni ridotte dei loro cervelletti a farli stare buoni, ma dubito vivamente che Nelson farebbe Doga con me. Probabilmente cercherebbe di mangiarsi, nell'ordine, il tappetino per lo yoga, l'orlo dei miei pantaloni, l'asciugamano del vicino e inizierebbe a bofonchiare all'istruttore. Per non parlare del trattamento che riserverebbe alla cagnetta a fianco. ;)

mercoledì 13 luglio 2011

Progetto Felicità

Ieri sera ho finito di leggere questo FANTASTICO libro.
Versione Italiana
Lo so che dicono sempre tutti così, non parliamo poi delle recensioni che si leggono nei retro di copertina...sembra che TUTTI i libri siano FANTASTICI. Però, per chi non conosce le mie preferenze di lettura, raramente dico che un libro è fantastico. Di solito dico che mi è piaciuto, che è interessante, che è una buona lettura. Ma questo è veramente fantastico.
Quando l'ho comperato l'ho preso perchè mi sembrava interessante. Dopo le prime pagine mi era un po' saltata la mosca al naso, perchè insomma, questa qui che si prende un anno tutto per sè per cercare di essere felice...mi ha fatto un po' arrabbiare...un po' di invidia "cattiva".
Poi ho riflettuto sul fatto che lei scrive di mestiere e quindi comunque stava lavorando e leggendo il libro ho capito che non era affatto un anno di vacanza, quello che la mia amica Gretchen si stava prendendo.
E adesso che l'ho finito...beh, mi ha veramente cambiato il modo di vedere certe cose, di approcciare i problemi, di pensare al futuro. Sì, devo dirlo: mi ha cambiato la vita.
Vi anticipo solo una frase del libro "Non se felice finchè non pensi di essere felice". Banale? Aspettate a leggerle il libro. Lo so che sembra assurdo e non posso certo promettervi che cambierà anche la vostra, di vita (il mondo è bello perchè e vario). Però se dovete o volete comperare un libro per l'estate, QUESTO è quello che dovete prendere.
ASSOLUTAMENTE!!!!

martedì 12 luglio 2011

Grossa grossa risata

Scusate, oggi volevo fare un altro post, e mettervi le foto della mia gita domenicale a New York City.
Ma quando ho visto questa notizia sul Gazzettino...non posso non postarla.

Va a rapinare le poste con la nonna
81enne per non lasciarla sola: arrestato

rapina alle poste
Eccezionale.

lunedì 11 luglio 2011

Qualcuno fermi la Gelmini!!!

Aiuto!
Stamattina mi alzo e leggo i giornali.
La nuova proposta è: accorciare il corso di medicina di un anno e inglobare il tirocinio di legge all'ultimo anno. Ora: non posso, per mancanza di esperienza, esprimermi sul corso di giurisprudenza, ma posso, e sento di DOVERE, chiedere agli italiani di fermare la Gelmini.
Non è possibile avere un ministro la cui unica soluzione ai problemi della scuola/istruzione italiana sia riassumibile in una parola, cioè tagliare (e tutti i suoi sinonimi: accorciare, accorpare, inglobare, ridurre). Non è possibile. Capisco che siamo in un periodo difficile e che da qualche parte bisogna risparmiare, ma lo ripeto e lo ripeterò un milione di volte, tagliare sulla scuola non va bene.
Sicuramente non ho una grande esperienza, a parte la mia personale, sulla qualità dell'insegnamento alla scuola di medicina, ma di sicuro accorciarla di un anno produrrà soltanto medici più somari e meno preparati. A volte mi è capitato di vedere studenti all'ultimo anno, durante la rotazione di pediatria, che non erano in grado di prendere una pressione e di non sapere NEMMENO la fisiologia del come prendere la pressione. Persone stupite del fatto che un bambino potesse avere DIVERSE malattie tutte insieme. Persone NON in grado di leggere un ECG di base. E queste sono le persone che dopo qualche mese, fatto il tirocinio e l'esame di abilitazione, vanno a fare le guardie mediche o le sostituzione dai medici/pediatri di base.
E la soluzione della Gelmini è di accorciare il corso di medicina di un anno? Togliendo cosa? Le materie di base o le rotazioni cliniche? No, perchè non vedo quale possa essere il male minore, dovendo scegliere. Sicuramente il corso di medicina può essere migliorato, forse anche accorciandolo, non dico mica di no, ma chissà perchè sono sicura che non ne verrà niente fuori niente di buono.
E poi leggo anche: (Bianco è il presidente della federazione dell'ordine di medici)
«L'importante - secondo Bianco - non è tanto abbreviare il corso di laurea passando da 6 anni a 5, che non mi sembra fattibile, quanto intervenire sulle scuole di specializzazione, soprattutto migliorando e potenziando le attività professionalizzanti». L'ideale, sostiene Bianco, sarebbe «far scendere prima sul campo i giovani medici, metterli prima a contatto con la prevenzione, l'assistenza, il mestiere insomma, già durante la scuola di specializzazione, integrando momenti formativi e pratica professionale, coinvolgendo i servizi sanitari regionali».
Un commento assolutamente inutile che dimostra tra l'altro che il dott.Bianco non sa di cosa parla. Gli specializzandi fanno GIA' assistenza, in prima persona, e nelle cliniche universitarie una buona parte del lavoro viene svolta dagli specializzandi.
Ma insomma: non voglio dire che per forza un governo tecnico sia la migliore delle soluzione, ma non si può più permettere a una che è andata a Reggio Calabria a fare l'esame di abilitazione (perchè lì è più facile e passa il 90% contro il 30% delle altre sedi) e che prima di diventare ministro si occupava di agricoltura, di distruggere uno dei migliori sistemi scolastici (e non siamo noi a dirlo). 
Qualcuno fermi la Gelmini!!!

venerdì 8 luglio 2011

Pioggia...

Oggi piove. Finalmente, oserei dire.
Anche ieri aveva fatto un accenno di pioggia, ma le gocce evaporavano prima di arrivare a terra. E' davvero caldo qui. Quando uno studio il "clima continentale" a scuola non riesce ad immaginarsi il caldo che hanno qui. E se dico io che ho caldo...l'unica altra volta in cui ho detto che avevo caldo era in viaggio di nozze, all'Arches National Park, finchè mi stavo ustionando le spalle. Qui è uguale. Fuori sudo come una porchetta sullo spiedo, allora cerco ristoro nei negozi, dove l'aria condizionata è a palla e allora dopo una mezz'ora devo uscire a scaldarmi. Ovviamente d'inverno è esattamente l'opposto. Per cui mi sono fatta l'idea che gli americani abbiano  un termometro interno settato su temperature diverse dalle nostre. Non vedo nessuno sudare come me. Non so, si faranno tutti il botulino?
Probabilmente è un po' un circolo vizioso che si autoalimenta, visti i milioni di condizionatori che buttano fuori aria calda. O magari è solo qui in città che è così caldo...
Fatto sta che di notte non riesco a dormire. Anche stanotte mi son svegliata in preda alle caldane, mi pareva che il materasso andasse a fuoco, l'acqua che mi ero messa sul comodino era tipo un brodetto...così mi sono rassegnata e ho acceso il condizionatore. A me non piace il condizionatore, perchè poi mi viene sempre mal di gola e il torcicollo e il mal di schiena... (sì, lo so, sono una pettola)...e poi questo che ho è del paleolitico, quando si accende fa tipo i vecchi diesel, che devono carburare e fa un rumore che non mi lascia dormire.
Allora: non dormo per il caldo ma almeno c'è silenzio o non dormo per il rumore ma almeno sto al fresco? Non c'è una soluzione, lo so. Ma è solo per dire. Non voglio lamentarmi troppo. Son così contenta di stare qui che mi va bene anche stare al caldo. E poi così ho la scusa per comperarmi questo bel vestito "jungle" senza che la gente pensi che è fuori luogo.

Adesso però devo trovare un cappello di paglia, così poi sono a posto. Che ne dite?

mercoledì 6 luglio 2011

mementum

"Addio", disse. 
"Addio", disse la volpe. 
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"

(Il Piccolo Principe)

martedì 5 luglio 2011

Fuochi d'artificio

Non ho capito bene se son quelli di quest'anno o dell'anno passato...comunque dovrebbero essere stati più o meno così...

lunedì 4 luglio 2011

Happy Forth!!!

Felice 4 luglio a voi americani! Oggi ho passato il mio primo 4 luglio in terra americana. Non ho ancora ben capito cosa è "tipico" fare il 4 luglio, perchè la mia amica Emily dice che di solito ci si ritrova con amici e parenti a fare il BBQ in giardino e poi si va a vedere i fuochi, un po' come ad una sagra paesana. Però qui in città oggi c'erano un sacco di iniziative e io per non annoiarmi me le sono fatte tutte.
Ho iniziato stamattina con la parata del 4 luglio, che più che una parata sembrava il carnevale di Viareggio, visto che ad un certo punto ho visto sfilare i personaggi di Star Wars.

 Una copia della Liberty Bell...
 ...e questa è la bandiera della Pennsylvania (quella con i due cavalli).





 Però è stato divertente vedere come gli americani, a modo loro, hanno vissuto il 4 luglio.




Poi sono andata a vedere gli accampamenti di George Washington e il Museo della Costituzione, in cui mi sono ripassata tutta la storia Americana (niente foto, non si poteva, sorry).
 Però ho potuto fare una foto alle bandiere dei diversi stati ed anche una con i firmatari della Costituzione.

Ed infine sono andata a cena con il mio amico Alberto, abbiamo chiaccherato e sulla via del ritorno ho colto l'omaggio notturno della città di Philadelphia.

Sì, sì, c'erano anche i fuochi, ma erano lontani e insomma...uan ragazza sola alla sera va sempre gola ai malintenzionati. Per cui le foto ve le posto domani, quando le pubblicano su google!!! ;-)
Rimane il fatto che è vero che gli americani sono un popolo di bambinoni (in fin dei conti è una nazione giovane, rispetto alla nostra) però di sicuro sono più patriottici di noi. Forse perchè non danno per scontato (o cercano di non farlo) la libertà di essere un popolo libero e che si è "fatto da sè".
Felice 4 luglio!!!

domenica 3 luglio 2011

Ho visto...

- in autobus: alla fermata una ragazzetto con la bicicletta che non capiva come fare a caricarla sul portabici. Un passeggero scende e gli carica la bicicletta.
- per strada: un ragazzo che avrà avuto forse 25 anni con 4 bambini che lo chiamavano papà. Rispettivamente di 2, 3, 4, e 6 anni. Tutti maschi.
- in aeroporto: solo gli italiani si lamentano dei controlli alla dogana. E anche se glielo spieghi, non riescono proprio a capirne la necessità.
- al supermercato (quello biologico): ti fanno assaggiare quello che stai per comperare, perchè tu sia sicuro di quello che comperi.
- in libreria: puoi prendere il libro, sederti alla caffetteria, leggerlo tutto e nessuno ti dice niente. Anzi, è normale.
- in treno: sconosciuti ti aiutano con l'enorme valigia che stai trasportando. E sono pure contenti di farlo.
- in Chiesa: il parroco aspetta i fedeli per salutarli uno ad uno prima che vadano via, e li invita a prendere un caffè e a mangiare un muffin nella canonica.
- nei negozi: solo per oggi 30% di sconto, solo perchè sei tu, solo perchè hai la carta del negozio.

sabato 2 luglio 2011

Farimont Park Historical Houses

Oggi ho approfittato di una splendida giornata di sole per visitare alcune delle case "storiche" all'interno del Fairmont Park. La storia di questo parco è interessante perchè inizialmente erano proprietà private che fungevano da case di campagna per cittadini abbienti di Philadelphia. Non case estive, come quelle degli Hamptons, ma case di campagna, per gite in giornata, tanto che alcune non avevano nemmeno la cucina. Poi con il tempo alcune sono state vendute, altre disabitate e così la città di Philadelphia ha pensato di radunare tutte queste proprietà non tanto per evitare che andassero perdute, quanto per evitare che venissero acquistate per costruirci sopra industrie (che avrebbero inquinato lo Schuykill River). 
Sulla riva del fiume si possono anche ammirare le case del canottaggio, che ospitano le squadre e i club del canottaggio, dette "BoatHouse Row", particolarmente suggestive alla sera. 

Ad ogni modo adesso questo fantastico parco, aperto al pubblico, è molto rinomato ed amato, la gente di va a correre, a passeggiare, a prendere il sole, a farci i picnic e si possono anche visitare queste case di campagna. 



Le case che si possono visitare sono 7, 5 da un lato del fiume e 2 dall'altro. Oggi ne ho viste solo 4 di un lato (una è chiusa per lavori), le altre ci vuole la macchina per cui sarà per un'altra volta.
La prima si chiama Lemon Hill (1800 circa), perchè il proprietario aveva dei limoni nella serra della casa. Mi è sembrata una casa un po' spoglia e fredda ma in compenso aveva uno dei prototipi di quella che è la più famosa sala ovale degli USA. Ah, persino le porte e le finestre seguono la curvatura dell’ovale.





La seconda si chiama Mount Pleasant (1762) e il nome dice tutto. La visita è stata proprio piacevole, anche grazie alla mia fantastica guida, Mrs. Ann, che ha illustrato a me e a 4 simpatici vecchietti (un salto in avanti nel tempo eh) vita e gossip della famiglia che abitava questa casa. 





La terza, dove sono stata accompagnata da Mrs Ann che mi ha fatto risparmiare 3 km a piedi, si chiama Woodford (1756) ed è una tipica casa di campagna, molto più delle altre due che sono considerate più “ville”. La casa ha subito diverse aggiunte nel corso degli anni, fino ad assumere l’aspetto che ha adesso. Gli arredi e la conservazione della casa la rendono un gioiellino notevole, peccato che la guida di questa casa sembrasse Lerch della famiglia Addams e non vedesse l’ora di liberarsi di me. La visita, quindi, è stata particolarmente veloce e condita dal pensiero “Adesso mi chiude dietro una di queste porte e nessuno mi troverà mai più”.



L’ultima della giornata è stata Lauren Hill, anche questa molto campagnola, con un fantastico portico direttamente sul fiume. La mia guida, un signore in costume dell’epoca, mi ha illustrato come la casa si ispiri, in un certo qual modo, alla Rotonda del Palladio e al Partenone. Non so. Non ho avuto coraggio di spegnere i suoi entusiasmi e ho detto “Certo, è evidente”. 


Per le altre case mi sa che dovrete accontentarvi, per ora, delle foto che si possono vedere sul sito del parco. Ad ogni modo una cosa è ammirevole: hanno poca "storia", rispetto a noi, ma la tengono con molta cura.

venerdì 1 luglio 2011

Torni e ritorni

Eccomi tornata nella mia seconda patria...ormai posso chiamarla così, già prima mi piaceva l'idea di avere un secondo paese a cui sento di appartenere, adesso che ci abito mi sento anche giustificata e approvata. Devo dire che questi 40 giorni di permanenza italiana sono volati...eh già, sono proprio volati. Sarà che non mi sono mancate le cose da fare, tra cui, per chi non lo sa, pulire tutto il semiinterrato dopo l'alluvione (con relativo intervento dei pompieri), però i 40 giorni sono passati e sono di nuovo dall'altro lato dell'oceano.
Il volo aereo, per chi se lo sta chiedendo, è andata discretamente bene, a parte qualche piccolo balletto che però grazie alle mie compagne di viaggio (entrambe americane) sono stati superati senza spargimento di lacrime o urla disperate inveendo contro il pilota.
E ve lo devo dire: quando sono arrivata ho sentito il cuore così leggero...sapete cos'era? Felicità. Ma sì, diciamo pure: sono felice di essere qua. E' certo che fra 3-4 settimane mi mancherà di nuovo la mia famiglia, i miei amici, il mio cagnettto...ovvio. Però l'Italia di questi 40 giorni non mi mancherà. Non mi mancheranno Berlusconi e Bossi, non mi mancherà l'ennesima manovra finanziaria che impoverirà ulteriormente gli italiani, non mi mancherà la diabolica organizzazione del Pronto Soccorso di Bassano, non mi mancherà la falsità di quelli che mi dicono "Oh non partire..." quando invece pensano "Dai che si leva dai coiomberi", non mi mancheranno gli intrighi politici che consentono a persone false, mediocri e ignoranti di rimanere al loro posto mentre migliaia di giovani preparati e intelligenti sono costretti a migrare all'estero o lavorare nei call-center. Sicuramente gli USA hanno molti difetti. Però per lo meno qui i giovani hanno ancora la speranza di poter emergere, di poter fare carriera, di poter assicurare ai loro figli un po' di serenità, di poter vedere i loro sogni diventare realtà.
E così, seduta in vetrina a mangiare questi nuovi cracker con il mio sushi, ho sentito il mio cuore più leggero.