lunedì 31 gennaio 2011

Cose tipicamente americane (2)

Come a casa, la domenica è dedita alle solite cose: pulizie, lavatrice, spesa.
Ma io, rispetto a molti milioni di americani, ho la "laundry" in casa.
La laundry identifica l'atto di lavare ed asciugare la biancheria; a volte dall'asciugatrice esce anche quasi stirata, per cui si possono mettere via i vestiti direttamente.
In Italia per molti fortunati questa serie di azioni si chiama "mamma" (un posto dove porti la roba sporca e la ritiri pulita e piegata in un bel cestino).
Badate che esistono anche qui le "puliture" (vengono anche a casa a prendersi la roba e poi te la riportano)(che comodo, eh?), ma evidentemente devono essere troppo care, altrimenti non mi spiego perchè si ostinino ad avere questi negozi per lavarsi la biancheria da soli. Non so perchè... per me rimane un mistero. Dicono sia per le tubature, che non gli consente di utilizzarle troppo sennò si rompono. Ma dico io, cambiare le tubature no? Comunque resta il fatto che milioni di americani, soprattutto singles e studenti, vanno a fare la laundry in questi negozi che hanno le lavatrici e le asciugatrici industriali, a gettone.

Quando sono stata qui l'altra volta, nel 2006, non avevamo la laundry in casa, così il sabato mattina, mentre Anto andava a lavorare, andavo a fare la laundry, che non era dietro casa, ma in centro al paese, per cui riempivo la valigia e partivo con il mio sacchetto con detersivo, ammorbidente e foglietti per l'asciugatrice. Adesso ogni tanto per strada vedo queste persone cariche come muletti da soma con sacchetti pieni di vestiti e, ahimè, li compatiscono. Li vedi con queste facce grigie che si dirigono verso le laundry a gettone. Perchè?

Perchè quando arrivi, intanto devi cambiare i gettoni, per cui ti devi portare dietro i soldi, non pezzi grossi perchè sennò la macchinetta non te li cambia. Poi devi individuare la lavatrice che vuoi, in base a quanta roba devi lavare. E lì scatta la guerra. C'è gente che arriva e ancora prima di cambiare i gettoni o togliersi il cappotto, infila la roba nella lavatrice, così intanto la occupa. Poi bisogna portarsi qualcosa da fare, perchè c'è la televisione (nelle laundry più moderne) ma il programma di solito è tipo "Forum" o qualche telenovelas sud-americane tristissima. E non si può cambiare canale, ovviamente. Finito il lavaggio, poi bisogna rifare lo stesso processo per l'asciugatrice. Ecco, diciamo che in tutto questo possono andare via anche 3-4 ore, in cui uno potrebbe fare un mucchio di altre cose interessanti, anzichè stazionare davanti alla lavatrice come una guardia papale davanti a San Pietro.

E non pensate che le laundry siano quelle che si vedono nelle pubblicità, dove c'è il figone di turno che si leva la maglietta e si lascia lì a sbavare di fronte ai suoi muscolacci. E magari vi chiede pure di uscire. Eh no. Essendo pubblici, questi negozi, ci vanno sì un sacco di perosne, ma sono un campionario di gente che non vi dico. In genere "povera gente" che non si può può permettere la laundry in casa, o studenti che abitano in appartamenti in affitto i cui padroni di casa sono troppo taccagni per comperargliela.

Ma ripensandoci, non era neanche il fatto di dover andare a lavarsi la biancheria fuori che mi non è faceva rabbrividire. Era il fatto che in queste lavatrici/asciugatrici veniva messo a lavare di tutto: mutande, maglioni, scarpe da ginnastica, stracci per la cucina, la cuccia del cane...e il pensiero di mettere la mia biancheria insieme a tutto questo...terribile.
Davvero terribile. Ecco perchè, se per noi è un lusso avere due macchine, per milioni di americani è un lusso avere la laundry in casa. 

giovedì 27 gennaio 2011

Neve neve e neve ancora!

Ho uno speciale canale del meteo, che è la mia finestra. Alla mattina, anche se la tenda è tirata (qui non hanno idea di cosa siano gli scuretti, pensano siano una decorazione per le facciate), so com'è il tempo fuori. So perfettamente quando è nevicato, perchè da sopra la tenda filtra una luce particolare.
E poi c'è il silenzio. So che è una cosa "normale" ma in una città dove il rumore di fondo non si placa mai, il silenzio che dà la neve è speciale.
Ovviamente, a parte la bellezza che porta al paesaggio, la neve crea anche qualche problemino di circolazione, così stamattina gli autobus non giravano e sono dovuta andare al lavoro a piedi con 40 cm di neve e la maggior parte delle strade NON pulite.
Però ho approfittato per fare delle foto...prima che la neve diventi quella poltiglia grigietta che le fa perdere tutto il fascino.






martedì 25 gennaio 2011

Mickey Mouse

Siccome un po' mi annoiavo in questi giorni...
...ieri mattina mi alzo, come al solito preparo il caffè per la colazione (no niente moka, è tipo un'orziera per il caffè americano), tiro fuori i cereali...scct...scct...scct...mi giro. Boh, sarò stata io con il pigiama.
Vado in bagno a lavarmi finchè il caffè si prepara...scct....scct....scct...guardo in cucina....boh, i soliti rumori (questa casa di LEGNO ha un sacco di rumori).
Mi siedo per fare colazione....scct...scct....scct....mi giro di scatto e TRACK!!!!

Eccolo lì che corre velocissimo sotto la lavastoviglie!!!!
Canaglia!!!
Credo che abbia preso più paura di me, anzi, di sicuro perchè ho strillato saltando per tutta la sala.
Così, alla velocità della luce, sono andata dai miei amici sulla 20ima strada che hanno un negozio tipo il Bottegon di Bassano.
"C'è un topo in cucina"
"Come è fatto?"
"Piccolo e nero"
"Allora ce ne sarà una famiglia"
"Come una famiglia?"
"Non stanno mai da soli"

Perfetto.
A me i topi piacciono, a parte ratti e pantegane che mi fanno un po' schifo, però i topini poveretti mi fanno tenerezza, in fin dei conti se uno li lascia stare non fanno niente. Sì sì è vero che portano malattie, ma in fondo sono cresciuta in campagna, anche a casa dei miei ci sono i topi (che si mangiano tutto quello che trovano) ma fanno parte dell'habitat campagnolo no?
O vogliamo proprio globalizzare tutto?????

Però c'è da dire che abito in un appartamento che ha due stanze, il che vuol dire che tu sei in una e nell'altra c'è il topo, non è che proprio sia contenta di vivere con un topo che magari di notte decide che stare nel letto con me è più comodo.
Ma mi dispiace ucciderlo....mia mamma mi ha anche suggerito di pensare che sia un criceto, ma questo topo non è che si fa avvicinare. Allora ho preso le trappoline anche se il tipo del negozio mi ha già avvertita "Sono FURBI!"



Voi credete che abbia funzionato? Al mio ritorno,  Mickey Mouse si era mangiato il formaggio ma la trappola non è scattata.
Allora ieri sera ho iniziato a spostare i mobili della cucina per vedere da dove caspita è entrato. E indovinate cosa ho trovato sotto il frigo? Un pannellino di vischio con dei topini mummificati. A dire il vero alcuni secondo me sono abbastanza recenti, ma comunque erano tutti belli morti.

Sì, il problema dei topi è comune, d'altro canto se hai le case di legno il topo si mangia le pareti e va dove trova da mangiare. Se poi fuori ci sono -12 gradi, capisco che cerchi di stare anche al caldo.
Comunque oggi non si è fatto vedere. Le trappoline sono ancora lì. Non ho ancora preso il vischio...voi cosa suggerite?????
A proposito di topi....concludo con questa bella vignetta che ho "rubato" in istologia...dedicata ai laboratoristi, ovviamente, ma ve la metto per la gioia di tutti!


("Penso che Bruce stia iniziando ad identificarsi con i suoi rapitori...")

sabato 22 gennaio 2011

Musei

Uno dei miei piccoli sogni è sempre stato quello di essere "membro" di un qualche famoso museo. Non so, il Louvre o il Metropolitan. Insomma, un museo famoso. Come quando alla televisione fanno vedere che stanno inaugurando una sala con un nuovo quadro appena acquistato, oppure fanno quei party dove si beve champagne e si mangiano piccole tartine...con quelle signore tutte belle vestite...quegli eventi in cui vanno, appunto, quelli che sono membri del museo. Di solito sono membri facoltosi, che fanno donazioni cospicue e per tale motivo vanno a vedere dove finiscono i loro soldi, ma questo è un dettaglio che non fa parte del mio piccolo sogno.

Ora dovete sapere che Philadelphia, nel suo piccolo e nel suo stare sempre all'ombra di New York, è una delle prime (se non la prima ma non sono sicurissima) città per investimenti comunali in opere d'arte. In effetti il Philadelphia Museum of Art è un museo degno di nota, per la quantità e la qualità delle opere esposte (sempre tenendo conto che Philadelphia non è NY).

Prima di proseguire nella lettura, un altro dato che dovete tenere presente è che gli americani, in media, sono ignoranti in campo "artistico" e "storico". Nel senso che a scuola studiano solo storia americana. Fanno a grandi linee la storia dei popoli antichi più importanti (greci, romani), le guerre mondiali e per il resto, beh è famoso il fatto che non sappiano dov'è il Brasile. Per tale motivo i Musei americani sono dei musei che sembrano fatti per i bambini, ma in realtà sono pensati per i grandi, ma per quelli che, come la maggioranza degli americani, non sanno collocare il Rinascimento nella linea del tempo.

Bene.
Per passarmi i fine settimana qui da sola, per Natale mi sono fatta un regalo (anche ad Antonio). Ci ho iscritti al Philadelphia Museum of Art. Il che è stato davvero vantaggioso, dopo tutto. Oltre ad avere l'ingresso gratuito sempre, ho dei biglietti gratuiti per le esposizioni temporanee e lo sconto al negozio e al ristorante e l'accesso ad una serie di servizi, come ad esempio tour gratuiti guidati nel museo.
Oggi ho sfruttato uno di questi tour, il tour del Rinascimento.

Più che il tour del Rinascimento per me è stato il tour della risatina, che proprio non riuscivo a trattenere, tanto che ad un certo punto una signora si è anche un po' seccata ma d'altro canto....sentite qua. C'è da dire, anzitutto, che la guida (con cognome italiano, pure) era un signore sulla 60ina molto accattivamente nelle spiegazioni e che cercava di interagire con gli adepti del suo tour.

Ci ha fatto vedere per prima una stanza di un palazzo veneziano (sì, sì, hanno preso la stanza e se la sono portata via ed ora è esposta al museo). Ha iniziato a spiegare che in Europa era consuetudine che la sposa portasse la dote con sè, al momento del matrimonio e tanto più la dote era cospicua tanto più la famiglia era contenta. Tale dote, continuava, veniva di solito portata nei "Cassoni" ed illustrava quella che secondo me era una cassapanca, ma non importa. Al che scatta la domanda "Ma cosa portavano in questi "Cassoni"?". Silenzio. E la guida "Beh, di solito tovaglie ricamate, lenzuola, asciugamani..." e tutti "Oh" "Ah" "Uh". A a me è scappata una prima risatina.

Poi siamo passati ad un interno francese, tutto specchi e ghirigori (tipo la stanza degli specchi di Versailles), anche questo prelevato da qualche palazzo francese. E avanti con le spiegazioni: gli specchi erano molto costosi e venivano importati ed erano sinonimo di ricchezza. E poi la guida ci segnala delle ceramiche. Una serie di ceramiche da pranzo (piatti, ciotole), spiegando che i francesi per primi hanno iniziato ad avere i servizi da pranzo. E una signora "Ma perchè prima dove mangiavano?". E anche qui ci sta una risatina.

Poi passiamo ad una baita (sì una piccola baita) austriaca, dove in un angolo campeggia un lavandino di marmo. E la guida parte a spiegare che probabilmente questa casa apparteneva a qualche ricca famiglia perchè avevano il lavabo in casa. E uno da dietro "Ma perchè gli altri come facevano? Non si lavavano mica?" E vai di risatina.

Ma l'apoteosi è giunta alla stanza "medioevale", con pesanti tende di velluto alle finestre, arazzi appesi alle pareti, tappeti. E la guida, che cercava di tenere alto l'interesse dell'audience, chiede "Chi sa perchè avevano tutti questi tessuti?" Silenzio di tomba. "Ma per scaldarsi, perchè non avevano mica il riscaldamento. E da dietro "Davverooooo?".

venerdì 21 gennaio 2011

Ritiro tutto...

...scusate.
Mi sono sbagliata.
Il post di ieri è sinceramente scritto, ma mi sono sbagliata.
Ieri pomeriggio parlavo con le mie colleghe (in merito all'argomeno del post) e ho ricordato che avevo già fatto questa considerazione e mi ero già corretta.
Non sono le superiori l'età migliore.
L'età migliore è quella della pensione.

State sorridendo?
Perchè?
Perchè la gente accomuna la parola "pensione" con la parola "vecchiaia"?

Niente di più sbagliato.
Sentite qua.
Se andate su google la maggior parte delle immagini "pensione" sono alberghi, tanto per cominciare.

Intanto dovete tenere presente che adesso uno entra nella cosidetta "terza età" sicuramente dopo i 70 anni. L'aspettativa di vita si è allungata di molto, per cui uno, a 60 anni, anche se sui giornali si legge "Anziano di 61 anni aggredito ect ect", non è affatto anziano. Diteglielo al mio papà, che è un anziano, così vi lancia su uno degli anelli di Saturno.

Poi c'è da dire che, non so ancora per quanto però, verso i 60 anni la maggior parte della gente può andare in pensione. Ho scritto "può" perchè per alcune categorie è obbligatorio (ma mi pare anche giusto, scusate, sennò io non avrò mai un posto di lavoro da occupare) per altre no e per altri smettere di lavorare non è possibile (guardate il nostro primo ministro).

Quindi, in sostanza, facciamo finta che a 60 anni uno va in pensione.
Se non si sono fatti i figli troppo tardi e se questi non vi stanno ancora attaccati come delle zecche nullafacenti, i suddetti figli se ne sono andati di casa.

Ecco fatto.
Finalmente uno si può godere la vita.
Ci sono i soldi (della pensione, se poi uno è stato bravo ne ha anche un po' messi da parte), che non sono un dettaglio da poco, sapete, quando uno è giovane è sempre in bolletta.
Uno è ancora in salute e abbastanza in forze, non ci sono bambini con il moccio da portare a scuola o a cui far fare i compiti, non ci sono più le scadenze lavorative.
Si può girare il mondo (se uno vuole anche solo l'Italia ha un mucchio di posti da vedere).
Si può andare all'università della terza età. Pensate: all'università senza i genitori che ti chiedono -Hai fatto l'esame? Sei andato a lezione? Hai parlato con il professore?-, a studiare quello che si vuole. Un corso di origami. Un corso di ikebana. Un corso di francese.
Ci si può iscrivere al CAI.
Si può andare a fare yoga al corso della mattina.
Si può cucinare tutto il giorno anche solo per il gusto di cucinare.
Si può andare a teatro, al cinema, al cabaret, tanto alla mattina non ci si deve alzare presto.
Si può fare il giardinaggio.
Si possono avere un sacco di cani e gatti e furetti (sempre che uno non voglia girare il mondo, nel qual caso potrebbero essere un problemino).

C'è il piccolo problema dei nipoti. Diciamo che per alcuni è proprio bello avere dei nipotini, per altri un po' meno perchè non sanno poi dove inserirli nel carnet degli impegni.
Ma per i nipoti si trova sempre tempo, no?

Ecco quindi, mi devo correggere.
Scusate!


(e sorvoliamo sulle mamme che lavorano....) :-)

giovedì 20 gennaio 2011

L'eta più bella

I got my first real six-string
Bought it at the five-and-dime
Played it 'till my fingers bled
Was the summer of 69


Me and some guys from school
Had a band and we tried real hard
Jimmy quit and Joey got married
Shoulda known we'd never get far
 

Oh when I look back now
That summer seemed to last forever
And if I had the choice
Yeah - I'd always wanna be there
Those were the best days of my life

(Bryan Adams, Summer of 69) summer of 69

[Ho avuto la mia prima chitarra, comperata per 5 dollari e 10 centesimi, suonata fino a farmi sanguinare le dita. era l’estate del 69. Io e alcuni compagni di scuola avevamo una band e ci provavamo davvero, Jimmy aveva lasciato e Joy si era sposato. Avremmo dovuto sapere che non saremmo andati tanto lontano. Ma adesso, quando guardo indietro, quell’estate sembrava non dover aver mai fine. E se ne avessi l’opportunità, già, vorrei sempre tornare indietro a quelli che sono stati i migliori giorni della mia vita]

Sante sante sante parole.
Non fate quelle facce lì!!! E’ inutile che tentiate di dire “Macchè, gli anni migliori non sono mica quelli” come fa Reese Witherspoon che ha di recente dichiarato che lei MAI tornerebbe indietro a quando aveva 20 (non che adesso sia vecchia, ha appena compiuto 30 anni). “Adesso sono nel pieno della mia giovinezza, sono piena di stima per me stessa, per quello che sono, sono sexy, non tornerei mai indietro!”. Secondo me è solo una scusa, no, forse è solo un mezzo freudiano di difesa. Se tutti ci mettessi a pensare che gli anni migliori sono già andati ohimè sarebbe finita. Ogni età ha i suoi fiori, è vero.  Però credo sia giunta l’ora di dirci la verità.

Gli anni migliori sono quelli delle superiori. Direi intorno ai 17-18 anni. Ma sì, pensateci bene. All’asilo...mah, pochi hanno coscienza di esserci, e se anche è così, pochi se ne ricordano, dopo.
Alle elementari: è un disastro. Si passa dall’asilo, in cui si gioca dalla mattina alla sera, alla scuola, in cui bisogna stare seduti, zitti, attenti. Studiare un sacco, perchè poi ti interrogano. E ci sono i problemi di matematica, i dettati...E le medie? Terribili. Io ho un ricordo terribile delle medie. In cui uno non è più bambino ma non è neanche abbastanza grande per essere considerato un ragazzo. E sorvoliamo sugli esami di terza media. Poi FINALMENTE...Le SUPERIORI. Non importa che uno faccia il liceo, ragioneria, l’istituto tecnico (ci sarà ancora o la Gelmini farà licei per tutti?), le superiori sono le SUPERIORI.
Intanto finalmente molti possono fare il patentino per il motorino (no io no, ovviamente)(ma non è detto con polemica)(beh forse un po’), così finalmente ci si sgancia dall’essere sempre scortati dai genitori, anche se alcuni fortunati avevano dei fratelli maggiori che facevano gli autisti. Poi dopo qualche anno pure la patente, se si è nati nella prima parte dell’anno la si può anche sfruttare meglio. Poi il corpo ha cessato di mutare e la maggior parte comincia a prendersene cura.  Ovviamente per farsi guardare dagli altri. Si può dare sfogo a tutte le mode possibili e immaginabili, tanto l’adolescenza è così terribile che i genitori hanno solo la forza di dire “Mah, Monica...forse potresti cortesemente per favore tirarti un po’ la gonna sotto la vita se non ti disturba troppo...” e alzare gli occhi al cielo pregando tutti gli dei di guardare giù. A scuola comincia anche a formarsi il carattere, che in un qualche momento esplode dando esito a richiami dal preside, a volte persino bocciature. E poi...e poi...c’è l’altro sesso! Quale meravigliosa invenzione. Appuntamenti...lacrime...struggenti amori che durano qualche settimana...feste con lunghe occhiate da lontano perchè non si ha ancora il coraggio di avvicinare l’altra persona...corse in bagno a ritoccare il trucco perchè NON SI SA MAI...impennate con il motorino perchè LEI è lì che guarda...

E soprattutto: NIENTE PENSIERI.
Certo, alcuni sfortunati hanno anche problemi di cui occuparsi, ma la maggior parte dei ragazzi non ha PENSIERI. E’ un’età spensierata, in cui arrivare alla fine del mese non è un problema così fondamentale, non si ha il terrore di perdere il lavoro, di ammalarsi gravemente, non è così preoccupante se il governo fa il bello e il cattivo tempo a seconda dei suoi gusti, non è di vitale importanza aprire un conto in banca per la pensione.
Anzi, fortunatamente è l’età in cui i problemi sono:
- salvare la foresta amazzonica
- salvare gli orsi polari, la tigre siberiana, le coccinelle di mare in estinzione
- lottare contro la pelliccia (portando però i mocassini di pelle)
- organizzare un InterRail con gli amici del cuore
- far arrivare 12 rose rosse a Cristina
- comperare l’ultimo rimmel che ti allunga le ciglia
- mettere miscela nel motorino
- andare al concerto dei Daft Punk perchè mai più verranno qui
- farsi prestare il diario da Matteo per mettergli un cuoricino in fondo alla pagina
- copiare il compito di filosofia da quel secchione di Orazio

Adesso provate ancora a dire che non è questa l’età più bella?!?
Ogni età è bella per i suoi motivi, ma questa mi sembra l’età che uno si gusta di più, perchè non ha altro a cui pensare se non essere felice, sempre e comunque.

martedì 18 gennaio 2011

Tempo atmosferico

Breve nota: oggi c'è il peggior tempo che abbia mai visto.
Intanto durante la notte è nevicato.
Poi è scesa la temperatura per cui la neve è diventata ghiaccio nonostante le tonnellate di sale.
Poi è piovuto un pochettino  di traverso (sporcandomi tutte le finestre).
Poi è tornato freddo e di nuovo ghiaccio.
Stamattina sono uscita e c'era un caldo terribile. Ho pensato "Ho sbagliato a mettermi il giaccone pesante, aspetta che torna a casa a cambiarlo..." e improvvisamente una folata di vento che neanche a Trieste l'ho mai sentita. Fredda come una lama, che ti si infila su per il pantalone nonostante lo stivaletto da neve.
"Vabbè, dai, l'autobus è vicino" mi dico...faccio tre passi e mi piomba in testa un pezzo di ghiaccio. Intero.
Sì, sì, proprio un pezzo di ghiaccio.
Nevica ghiaccio, misto a neve con un po' di pioggia.
Il vento (maledetto) stacca pezzi di neve ghiacciata dai tetti.
E per terra un'immensa lastra di ghiaccio su cui si pattina che è una meraviglia.

lunedì 17 gennaio 2011

The solution...

Oggi lunedì 17 gennaio è vacanza, perchè è il Martin Luther King Day.
Gli americani sono molto politically correct e giustamente hanno dedicato una giornata a questo grande personaggio che ha segnato la storia degli Stati Uniti. Ovviamente anche i bianchi stanno a casa, per fargli onore.
Ma non è di questo che vi voglio parlare.
Sarebbe banale.

Siccome avevo finito il latte, stamattina sono scesa a comperarlo per fare colazione.
Appena arrivata dentro il mio drugstore preferito (semplicemente perchè è all'angolo e ha anche beni alimentari di primo consumo), sono stata fermata da una signorina che mi ha consegnato dei coupons.
I coupons sono molto di moda qui, le mie colleghe se li scaricano da internet, per avere sconti sulle scarpe, sul pane, sulla carta igienica, sullo sciroppo per la tosse, sui pannolini, su praticamente tutto quello che è vendibile e acquistabile. Hanno anche i coupons per andare al ristorante. Se poi lo prendi sul sito del ristorante ti fanno anche un regalo, ogni 50 dollari te ne regalano 5. A me, onestamente, se viene in mente di regalare a qualcuno una cena, ce lo porto, a cena, non gli regalo un coupon.

Comunque mi sono stati dati questi coupons.
In genere neanche li guardo, li cestino direttamente perchè come capita al supermercato del Fiera, i coupons che mi vengono dati non sono mai dei prodotti che uso.
Però questi...meritano. Meritano talmente tanto che ve li faccio vedere.


Siccome devo aver fatto una faccia un po' strana, la signorina si è affrettata a darmene subito un altro, per non scontentare nessuno.


Come dire, ce n'è per tutti.
Ma la cosa che mi è subito venuta in mente è: ma cosa ci sarà mai dentro?
Allora, siccome sono curiosa come una pulce, sono andata in cerca di questi prodotti.
Ovviamente nel mio povero CVS non li vendono, bisogna comperarli su Internet oppure nel negozio a vattelapesca dove non ho intenzione di andare a perder tempo (e danaro).
Però, mi ha assicurato la signorina, è tutto 100% NATURALE.
Ed è GARANTITO!!! Se non siete soddisfatti del prodotto vi ridanno indietro i soldi.
Garantito cosa? Il risultato? Beh, direi che la soddisfazione deve essere garantita, altrimenti che scopo ha questo prodotto? E poi, come fa uno a dimostrare che non è soddisfatto? Li chiami a casa tua?
Non è mica un aspirapolvere o un DVD...
Ma non è tutto. Se volete, amici ascoltatori, c'è anche il "PACCHETTO ROMANTICO", da assumere prima di andare a letto, per LEI e per LUI.

Ma non riesco ancora a capire cosa c'è dentro questo prodotto. Non lo trovo scritto da nessuna parte. Finalmente, googlando, ho trovato il sito del prodotto, in cui non si fa menzione degli ingredienti ma si può provare SENZA RISCHI il prodotto (pagandolo). In un trafiletto a parte saltano fuori ingredienti che non capisco come possano aver messo dentro delle pastiglie, tipo l'ossido nitrico che è un gas, oppure un derivato di corteccia, aminoacidi...già già, tutte cose naturali. Su questo non c'è dubbio.

Ma adesso viene la parte più bella.
In fondo alla pagina in piccolissimo c'è una frase che mi ha sconvolto.
"This product contains a chemical known to the State of California to cause birth defects or other reproductive harm".
TRAD: questo prodotto contiene un prodotto chimico riconosciuto dallo Stato della California come causa di difetti alla nascita o altri danni al sistema riproduttivo.

That's America. 

sabato 15 gennaio 2011

Lo sport

Come molti sanno, gli americani tendono ad essere competitivi. D'altro canto è l'unico modo per essere una superpotenza, essere competitivi.
Il problema è che sono competitivi in tutto quello che fanno, non riescono ad avere mezze misure o a fare qualcosa semplicemente perchè è divertente farla.
La settimana scorsa, per esempio, durante la pausa pranzo, ascoltavo la conversazione tra due mie colleghe, che discutevano delle loro attività sportive. Una diceva all'altra che era stata a fare ginnastica ma che l'insegnante di yoga non le piaceva tanto perchè era troppo lenta. Troppo lenta? Ma lo yoga è lento per definizione!!!! Se uno a yoga per correre e fare le cose di fretta forse dovrebbe provare l'atletica no? Comunque non era questa la cosa più strana della conversazione.
Una dice all'altra: sì perchè sono andata al turno delle 6:30 ma c'era troppa gente, così la prossima settimana provo ad andare prima. E io mi chiedevo: ma come fa? Se esce dal lavoro alle 5 e ci impiega un'ora ad andare a casa (me l'ha detto in una precedente occasione) come fa ad andare prima? Ha il dono dell'ubiquità?
Il punto è: prima, sì. Giusto. Perchè non è alle 6:30 di sera. E' alle 6:30 di mattina.
Non so mica come facciano. Perchè se tu abiti a un'ora dal tuo posto di lavoro e al lavoro di devi essere per le 8, vuol dire che parti da casa alle 7, e di alzi alle 6 e se devi pure andare a fare ginnastica alle 5:30 allora ti alzi alle 4:30????? Impossibile, per me.
Però per loro è normale.

Qualche giorno fa è nevicato (di nuovo). Appena ha finito di nevicare la gente era fuori a spalare i vialetti, perchè qui per legge (ma anche in Germania mi pare, no?) devi pulire il vialetto davanti alla tua porta. E dovevano pure fare in fretta perchè c'erano i corridori che si lamentavano perchè con le scarpette da corsa si scivola, sulla neve.
Ma a voi è mai venuto in mente di andare a correre appena smesso di nevicare? a me viene solo in mente di bere una bella cioccolata calda!!!!

Ma lo sport qui non è un hobby, è un lavoro. E' un dovere, se non fai sport sei una cacca. Io per esempio che non faccio alcuno sport, sono una pigrona, per loro. Che poi cammini un sacco per andare a lavorare non conta. E i 3 piani di scale neanche.
Loro corrono un sacco, e correre è un business. E' un business anche per i negozi.
Quando sono andata a Udine da Arteni a prendermi un reggiseno per correre (in uno sprazzo salutistico) c'erano 2 modelli: bianco e nero.
Qui ce n'è una parete intera.

E poi la gente corre sempre. Si portano sempre dietro le scarpe, giusto perchè se sei in giro a farti una passeggiata e ti viene il prurito di correre, hai le scarpe pronte con te.


Io al massimo ho con me una merendina, pronta per essere mangiata.
Così stamattina, per colazione, in barba alle 4 persone che ho già incrociato venendo allo Starbucks, mi sono mangiata un fantastico, golosissimo, penzissimo (come direbbero in Friuli) cupcake!!!!
Red Velvet Cupcake. Solo il nome è un peccato di gola.
Ma cosa volete che vi dica?


Un cupcake è un cupcake.
Nessuna corsa all'aperto può competere con un cupcake!!!!

martedì 11 gennaio 2011

Baby Ruth

Vediamo se vi ricordate....


Ma come???
Non ve lo ricordate???

Allora mi toccherà rinfrescarvi la memoria...cliccate questo link...
Baby Ruth

PS: scusate, è un post "solo per alcuni" ma quando ho trovato la barretta alla caffetteria...non ho potuto che pensare al Fan Club della mia infanzia...

lunedì 10 gennaio 2011

I love my dog

Come alcuni di voi già sanno, qui ci sono questi "negozi" che si chiamano "drugstore", che in sostanza sono un po' il nostro vecchio droghiere (che in Italia non so nemmeno se esistano più, a parte il Bottegon a Bassano). Sono dei negozi che stanno a metà tra un piccolo supermercato (vendono prodotti di base tipo latte, succo, cereali, zuppe pronte, cracker, surgelati), profumeria, articoli per lavoretti in casa, lampadine, detersivi, e poi fanno da farmacia. Hanno sia i prodotti da banco (che uno si prende e paga) e la farmacia vera e propria dove prendi i farmaci con la ricetta del tuo medico. Vi faccio notare che uno non prender 2 scatole di antibiotico ma 14 pastiglie per 7 giorni, 1 per 2 volte al giorno. Senza sprechi insomma, così la volta dopo non fa come il 30% delle mamme che vedo in ambulatorio che iniziano l'antibiotico al primo starnuto "Tanto mi avanzava dalla volta scorsa".

E poi hanno una corsia dove vendono cartoleria, prodotti per l'ufficio, carta da regali, fiocchetti vari, sacchettini per regali, cartoline di auguri per ogni necessità: compleanno per lei, per lui, per moglie, per un amico molto speciale, per tutti i gradi di parentela immaginabili, per il prete, per halloween, per ringraziare, per salutare, per augurare una pronta guarigione, per nuova assunzione e per pensionamento ect ect.

E ieri ho trovato un articolo, anzi una serie di articoli che meritano di essere postati.

Sìììì avete visto bene, sono per fare le feste di compleanno al vostro cane!!!
Pensate che fortunati sono i cani qui, hanno anche oggetti disegnati per loro per le loro feste di compleanno!!!
Ma chi si invita a queste feste? Altri cani? Così poi uno quando deve mettere in ordine passa la serata a raccogliere cacche in giardino (sempre che non se le mangino). E la torta? Come si fa? Fai una Cacker? O una MilleLabrador? Oppure un Retriver Cake? E a che gusto? Pollo e carote o maiale e fagiolini? E chi la assaggia per sapere se è cotta?
No me lo chiedevo perchè quest'anno non ho fatto la festa per il compleanno di Nelson. Intanto ho comperato il kit e tenetevi liberi per il prossimo 1 novembre!!!

sabato 8 gennaio 2011

Cose tipicamente americane (1)

Con questo post inizierò a descrivervi, ovviamente provandole in prima persona, alcune cose/abitudini/stranezze tipicamente americane.

Oggi nevica. Nevica da quando mi sono alzata e il Weather Channel (che come per molti americani sta diventando un sito di frequente consultazione) prevede neve fino a domani. Fiocchi belli grossi che attaccano proprio per bene.
Siccome non avevo voglia di uscire ho deciso di rimanere in casa. Ho fatto le pulizie (pulendo anche gli angolini), la lavastoviglie, ho rimesso in ordine le scarpe, ho diviso il riciclo (sono testarda, continuo a farlo anche qui). Poi ho deciso che era ora di fare la lavatrice. Ho fatto i mucchietti (bianco, colori chiari, colori scuri) e ho preparato il primo carico. Ho messo la biancheria nel cestello, ho messo l'ammorbidente e...e mi sono accorta che è finito il detersivo. Ah...già, lo avevo scritto, che dovevo comperarlo. Ieri, però, senza la neve. Non oggi, con 40 cm di neve.

Ho guardato fuori dalla finestra. Neve che scende. Che faccio? Lascio la biancheria lì e vado domani? Non avevo tanta voglia di vestirmi, pettinarmi per bene per uscire a prendere il detersivo.
Allora scatta l'operazione "Cose tipicamente americane". Sono uscita in pigiama.

A dire il vero è una tuta-pigiama che uso per fare le pulizie, ma si vede, un po', che è un pigiama.
Però il vantaggio è che qui, anche se ti vesti male, non se ne accorge nessuno. Diciamo che non è che gli americani abbiamo proprio buon gusto nel vestirsi, ma la cosa interessante è che si vestono come gli capita. Tipo si alzano la mattina e mettono quello che trovano, per cui in giro vedi gente che va con le infradito con la neve, o con i tacchi alti senza calze, con gonne di cotone e maglione di lana, giacchetta con -10°C...e nessuno si scandalizza.
Infatti sono potuta andare a prendere il detersivo con la mia tuta-pigiama, con gli stivali da neve e il piumino e nessuno mi ha degnato di uno sguardo. Cioè quello sguardo che faccio io quando vedo loro conciati come me.

venerdì 7 gennaio 2011

Tempo di partenze...

A quelli che credono che stare qui sia facile...
A quelli che credono che stare qui sia divertente...
A quelli che credono che decidere di venire qui sia stato facile...
A quelli che credono che decidere di venire qui sia stato un capriccio...
A quelli che credono che venire qui sia inutile...
A quelli che credono che venire qui sia un passatempo...
...a tutti quelli...dico che tornare a casa alla sera e non trovare nessuno, non avere nessuno da chiamare dopo cena perchè tutti gli "altri" dormono, non poter fare gossip, non poter uscire semplicemente per prendere un caffè e fare quattro ciacole, non poter coccolare i nipotini, non poter giocare con Nelson, non poter solo abbracciare i propri cari per dire loro "Ti voglio bene", non poter uscire per una passeggiata nei campi...non è facile, non è divertente, non è un capriccio e non è un passatempo.


E' una fatica, un impegno, una passione, un sacrificio, un passo in avanti, una conquista, una vittoria.

mercoledì 5 gennaio 2011

Come iniziare bene l'anno nuovo

Quale modo migliore per iniziare l'anno nuovo, che solitamente porta un sacco di buoni propositi, se non trovando sul sedile delle metropolitana newyorkese questo bel bigliettino?

Fino all'anno scorso ci siamo tutti preoccupati per l'arrivo della fine del mondo per il 2012 secondo il calendario dei Maya. Per quest'anno accelleriamo i tempi, perchè tra pochi mesi finirà il mondo. In realtà non è proprio così: il 21 maggio ci sarà il Giudizio Universale e il 21 ottobre il mondo verrà distrutto dal fuoco. O per lo meno questo è quello che propaganda questa "corrente di pensiero", perchè non possiamo chiamarla setta (per lo meno non qui, dove la libertà di pensiero è uno dei diritti intoccabili). Il signor Harold Camping (che di mestiere faceva l'ingegnere...non poteva continuare?) ha studiare per 70 anni la Bibbia e ha finalmente scoperto la data della fine del mondo. In realtà aveva già provato a predirla un'altra volta (nel 1994), ma non era successo niente e allora si è, svelto, corretto dicendo che aveva fatto male i conti. Aveva detto che "potrebbe essere il 1994 o il 2011.

Al signor Camping piacciono i numeri. Come è scritto su yahoo, il signore Camping ha anche pubblicato un libro "Biblical Calendar of History, datando la creazione del mondo (anno 11.013 avanti Cristo) e il diluvio universale (4990 avanti Cristo).Che poi noi umani abbiamo trovato fossili e reperti con un po' più di anni di 11.000...beh questo non è spiegato. 

In sostanza, dopo aver lungamente letto e studiato la Bibbia (la saprà a memoria ormai), ha calcolato che la fine del mondo avverrà il prossimo 21 maggio 2011, per cui se avete impegni per quel giorno...potete continuare a mantenerli. Infatti, nella sua teoria, Dio nella sua infinita saggezza (essendo onniscente) quando ha creato il mondo sapeva già che saremmo stati un branco di peccatori incalliti e quindi dannati per sempre. Sapeva già che il mondo sarebbe finito e quando e, nota dolente...ha già predestinato alcuni alla salvezza e altri alla dannazione eterna.
No, mi correggo. Niente dannazione, cesseranno le funzioni vitali e di coscienza e arrivederci. I buoni invece saliranno al cielo (di cui non sappiamo niente, però).
Per cui, se avete altri impegni dicevo, manteneteli pure, tanto Dio ha già deciso il vostro futuro.

Come abbia fatto, il signor Camping, a calcolare questa data, è lungamente spiegato nei suoi volantini, come quello della metropolitana, non mi dilungo a spiegarlo tanto lo potete leggere ovunque perchè questa nuova fine del mondo è su tutti i media (compreso yahoo eccovi il link tutto per voi fine del mondo).
La cosa interessante è che questa data è calcolata in base alle festività ebraiche secondo il calendario lunare e anche in base al calendario gregoriano e pure in base alla data del Diluvio Universale (per non scontentare nessuno, manca solo il Corano). In buona fede crediamo tutti che vi sia stato per davvero, pare che vi sia anche l'arca, ma siamo sicuri di quella data? All'inizio era sbagliata anche la data della nascita di Gesù per cui...vallo a sapere.
Comunque gli adepti di questa corrente di pensiero si stanno preparando:



Ma voi non dovete preoccuparvi troppo.
Guardate come sono felici le famiglie che salgono al cielo al momento del Giudizio Universale:

Vorrei farvi notare che praticamente non fanno vedere nessuno "lasciato indietro". O per lo meno non fanno vedere che cosa succede ai dannati.

Che dire?
yahoo però è ottimista e conclude dicendo: "Qualcuno però si è dimenticato di chiedere all'anziano predicatore come abbia inserito nei suoi calcoli una frase come questa, pronunciata da Gesù e contenuta nel vangelo di Matteo a proposito del ritorno del Cristo: "Nessuno sa il giorno o l'ora, neanche gli angeli nel cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre la conosce"." [Matteo 24:36 per chi vuole controllare]

Onestamente non so se il signor Camping ha ragione oppure no. Magari sì e il 21 maggio finirà il mondo. Non mi preoccupo perchè se son dannata o verrò salvata Dio lo ha già deciso per cui non posso farci niente (per lo meno secondo la sua teoria). Ovunque andrò spero solo di trovare i miei cari.

martedì 4 gennaio 2011

Happy New Year!!!

Scusate se non ho postato nulla dall'anno scorso (!) ma mi sono presa qualche giorno di ferie da trascorrere con la mia famiglia in visita negli States.
Sapete dove siamo stati? Ma a New York ovviamente, con 10 milioni di altri italiani, che erano dappertutto. Ovunque andassimo, c'erano italiani. Ovunque: in albergo, nei ristoranti, nei negozi, per strada, nella metropolitana, nei musei...ovunque. Alla faccia della crisi, gli italiani si godono la vita direi.
Comunque...non siamo riusciti a raggiungere Times Square...ovviamente la polizia aveva blindato l'intera area fin dalle prime ore del pomeriggio, e comunque la massa di gente avrebbe reso impossibile il raggiungimento dell'area anche a Maciste. C'era gente lì dalla mattina. Turisti, in gran parte. Anzi, penso la maggior parte, perchè secondo me i newyorkesi se ne sono stati nelle loro casette.
Nel nostro viaggio alla ricerca della piazza, l'anno nuovo ci ha colto di sorpresa in una traversa...ma alla fine poco importa il luogo no? L'importante è la compagnia.
Devo dire che alla fine questa città ha sempre un fascino che non riesco a trovare, a mio parere, in nessuna altra città. E' come trovarsi dappertutto nello stesso momento.
Non voglio tediarvi con le immagine di Capodanno a Times Square, quelle le potete trovare su internet. Avrei voluto postarvi le mie foto di New York, ma per un qualche oscuro motivo...non le troviamo più. Pare che il computer se le sia mangiate...e nella mia mania di ordine le ho cancellate anche dalla macchinetta fotografica. Questo a conferma, comunque, della mia sana preferenza per l'analogico. Con la vecchia cara Minolta tutto questo non sarebbe mai successo. Ma per fortuna c'è internet che accorre in mio aiuto...così potete godervi anche voi qualche angolino di questa meravigliosa metropoli!!!!
E a tutti voi: buon anno. Di cuore e ricco d'amore e di salute. Tanto non serve altro, alla fine.